Coccolandovi, a Vicenza

Il tempo autunnale piovoso inizia a far venire voglia di stare sotto le coperte, ma spesso più che voglia di stare al caldo quella che abbiamo è voglia di coccole, di qualcosa che ci scaldi il cuore. Eccovi, dunque, alcune cose belle da fare a Vicenza da domani a domenica per trattarvi con dolcezza:

Appuntamento al buioVenerdì 21 ottobre dalle 20 c’è Appuntamento al buio, una camminata notturna nei colli in zona Costabissara. Si tratta di un percorso nella natura e nelle emozioni, con un momento di condivisione della cena e una sorpresa speciale; organizzato da Eleonora Cappellari e la sottoscritta, con il contributo creativo di Martina Bettella. L’evento è a numero chiuso e costa 5€, per iscrivervi mandate una mail a cammina.respira.rallenta@gmail.com specificando nell’oggetto “passeggiata notturna”.

Da venerdì 21 a domenica 23 c’è CioccolandoVi, tre giorni nel mondo del cioccolato, troverete cose golose ovunque in centro storico! Comunque sabato 22 ci sono tanti eventi, c’è davvero l’imbarazzo della scelta :-)

da qualche parteDomenica 23 ottobre –> rimandato al 6 novembre! dalle 10 alle 18 il piatto forte: Safari di se stessi, un laboratorio di ricerca e sperimentazione per la scoperta di sé che si terrà presso il B55 Polo Giovani (contrà delle Barche 55, Vicenza).  Si tratta di un’intera giornata per uscire dalla vita quotidiana ed esplorare diverse modalità di espressione e conoscenza di sé, attraverso attività che prendono spunto dal teatro, dalla scrittura autobiografica, dalla pratica filosofica, dalle modalità esplorative dei bambini e altro ancora. Organizzato da me, l’evento è il primo di una serie ricca e stimolante che si chiama in nuce, nato da una costola di exploradora. La prima edizione ha un costo di 100€, include le merende – non il pranzo, che mangeremo insieme nei dintorni. Per iscrizioni mandare una mail a innuce@exploradora.it, o chiamare il 346 4978157.

Dopo tutte queste coccole il lunedì sarà tutta un’altra vita :-)

Cercare con testardaggine


Bingo! Ho trovato un quadrifoglio, finalmente.

Ho condiviso la foto del quadrifoglio su Facebook e sono subito arrivati alcuni commenti sulla fortuna, eccoli insieme alle mie risposte:

Sei la ragazza che non ne aveva mai trovato uno in vita?

Infatti, è la mia prima volta. Mi arrendevo sempre dopo la prima occhiata, questa volta invece ho ascoltato le parole di Chiara Tasinazzo e ho continuato a cercare.

Che invidia, spero di entrare anch’io nel club.

Anch’io provavo un po’ di invidia, mesi fa, perché ogni volta che mi mettevo a cercare un quadrifoglio non trovavo niente, e invece quella “fortunata” della Chiara li trovava ovunque. Che palle! Così a un certo punto ho smesso di cercare. Ma a dire il vero non ho mai cercato con testardaggine, con la volontà di trovare, era più un “vediamo se trovo”. E poi cercavo per qualche decina di secondi, non andavi oltre. Chiaramente se non trovavo nulla in tempi brevi mi sembrava di avere conferma del punto di partenza: io non li trovo, che sfiga, non sono nel club, ecc.

Fino a ieri, che, complice un momento mio di grande apertura verso la vita in generale e verso di me (e le mie necessità) in particolare, ho deciso di cercare per tutto il pezzo di prato che avevo davanti. Mi sono detta che non potevo dire che non ci fossero quadrifogli se non guardavo bene ovunque! Così, dopo pochi minuti, l’ho trovato.

Non è fortuna, è voglia di andare fino in fondo, con la motivazione giusta, facendolo per te e non per il trofeo.

Basta con i gattini, condividi anche tu un tornio senza motivo!

Avete presente quel meme che gira su Facebook? Si ribella contro il monopolio dei gattini e dice, scherzosamente: “Basta con i gattini, condividi anche tu un tornio senza motivo!”

Eh no, cari, io condivido un tornio con più di un motivo! E pure un gattino, visto che ci siamo.

 

Questo è un tornio di precisione che ho conosciuto ieri nel laboratorio del mio amico Giordano, ed è bellissimo perché fa le anime. Sì, ho passato la domenica tra leghe speciali, facendo amicizia con il molibdeno, ho visto il laser in azione, ho capito che in passato ero un po’ come l’alluminio (mi stressavo, andavo in tensione e diventavo fragile) ma ora mi sento un po’ rame berillio.

Il gattino invece è venuto a farci compagnia durante la cena, ovviamente non nel capannone.

 

Però, non so se a causa dei mille pensieri e stimoli, o del Cabernet, o delle zanzare a casa mia, o l’insieme di tutte queste cose, ma ho fatto tanta fatica ad addormentarmi e mi sono venute tante idee, il cervello non si fermava più.

Famiglia è dove c’è amore

Sono convinta che ogni tanto sia indispensabile uscire dal proprio orticello e prendere posizione con un’azione pubblica. Perché anche se la maggior parte della lotta per i diritti avviene attraverso i piccoli gesti del quotidiano, è fondamentale che il cambiamento sia più visibile, non tanto agli occhi di chi già ne è convinto ma di chi non si fida, di chi ha paura, di chi non tollera la diversità.
La strada è lunga e in salita, ma ce la faremo e un giorno festeggeremo la piena parità di diritti per tutti, indipendentemente dall’orientamento affettivo o sessuale.
‪#‎SvegliaItalia‬ ‪#‎Vicenza‬

Guardare oltre

guardare olrte

A volte ci fermiamo a guardare la porta vecchia, i vetri sporchi, le sedie scassate, e ci perdiamo il sole che c’è dietro. Ecco, io ultimamente guardo il sole.

Author Mariela De Marchi Moyano Category Testi

[Punto Aparte] Un solido grumo di dolore

camminata fra gli alberi

Alcuni giorni fa è stato pubblicato un mio articolo sulla vergogna (in spagnolo), scritto per il quarto numero della rivista Punto Aparte. Eccovi un passaggio tradotto in italiano:

La vergogna che ci rifiutiamo di affrontare nasce nell’infanzia e ci riconduce sempre, inevitabilmente, all’infanzia. Ci fa sentire incompleti e piccoli, vulnerabili e fragili, esposti agli altri. Ci porta a puntare il dito verso un’altra persona o situazione per liberarci dal peso di noi stessi – peso acquisito, ricordiamolo, non intrinseco. Arriva irruenta e atroce, si rivela in tutto il suo paradossale splendore calpestando il nostro corpo e il nostro bisogno di controllare la situazione.

La vergogna è un camaleonte sfuggente e flessibile, sta un po’ ovunque. Non appena credi di averla addomesticata con il meglio della tua artiglieria razionale, eccola che si affaccia da angoli dimenticati e si presenta con una nuova maschera nel momento più inopportuno, proprio quando avevi bisogno dell’esatto contrario.

La versione completa è su Exploradora.

Author Mariela De Marchi Moyano Category Testi

Le aziende non sono amiche, le persone sì / #socialamici

Le persone si abbracciano
Le persone si abbracciano

In un passato piuttosto lontano accettai l’amicizia (su Facebook, of course) da parte di aziende, enti, associazioni e istituzioni varie, soprattutto da Vicenza. Con il tempo ho cancellato un po’ di questi profili, man mano che li rivedevo, ma ora voglio fare pulizia totale – il primo gennaio c’erano tanti di quei compleanni, quasi tutti di aziende! Visto, poi, che continuo a ricevere nuove richieste da queste non-persone, scrivo due righe al riguardo, così mando a tutti un link e si chiariscono (si spera) le idee.

Facebook è una rete di persone. Per iscriversi a Facebook bisogna essere una persona, non a caso nel form d’iscrizione c’è la data di nascita da inserire. Le persone lavorano in aziende, fanno volontariato nelle associazioni, creano gruppi musicali, etc. Per fare in modo che queste aziende, enti, gruppi eccetera abbiano una presenza su Facebook, bisogna creare una pagina. Le persone cliccheranno “mi piace” per seguire gli aggiornamenti della pagina. Certo, la pagina non può mandare messaggi alle persone, saranno le persone che ci lavorano a coinvolgere, a loro volta, altre persone. Perché le aziende e gli enti sono fatti di persone, non solo di prodotti e bilanci e pubblicità. E prima ancora di questo scioglilingua di persone c’è il rispetto delle regole: i profili personali si chiamano così per qualche motivo, se non siete persone createvi una pagina, come previsto dalle regole della casa che vi ospita.

Io faccio amicizia con le persone, non con le aziende. Chiedetemi l’amicizia con il vostro profilo personale, ditemi perché volete essere in contatto con me, se è per motivi promozionali delle vostre attività mi sta benissimo, basta saperlo prima. Una volta ero più severa con le nuove richieste di amicizia, ora sono più aperta a scoprire l’altro.

Se invece siete interessati alle mie attività e non volete contattarmi con un profilo personale, potete sottoscrivere i miei aggiornamenti (il tasto si trova accanto a quello per chiedere l’amicizia), quasi sempre sono pubblici. Oppure potete seguire una delle mie pagine, a seconda dell’argomento:

marielademarchi.it, tutto ciò che riguarda la traduzione, le lingue, il bilinguismo, le lettere, più un po’ di comunicazione e teatro;

exploradora, il mio progetto di ricerca sull’identità e la (ri)costruzione di sé;

MoyanoSomoya, le mie fotografie e forse un giorno altre creazioni;

Punto Aparte, consulenza linguistica e  letteratura, in spagnolo.

Per qualsiasi cosa scrivetemi pure, trovate i miei recapiti ovunque.

Piccole blogger crescono

Forse non dovrei generalizzare, il titolo sarebbe “piccola blogger cresce”. Qualche appunto per imparare a “stare al mondo”:

  • I nostri atti non sono senza implicazioni e bisogna assumersene le conseguenze.
  • È bene prevedere le possibili conseguenze dei nostri atti prima di agire.
  • Bisogna pensare prima di agire/parlare/scrivere.
  • Le parole hanno un peso specifico: gli aggettivi vanno scelti con accuratezza, i superlativi con estrema parsimonia, e le affermazioni radicali semplicemente evitate.
  • È indispensabile saper riconoscere le persone autorevoli, solo loro ci faranno le critiche più azzeccate che ci permettono di riflettere e crescere.
  • Il senso delle proporzioni deve governare le nostre reazioni, le priorità non vanno ignorate.
  • Ciò che per noi è importante può essere superficiale per gli altri, non è detto che tutti capiscano il nostro ragionamento.
  • Aggiungere un po’ di rigore al proprio modus vivendi in generale non fa male.
  • Il multitasking è ammirevole ma non indispensabile, e talvolta può diventare anche controproducente.