Fare e-commerce conciliando lavoro e famiglia

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Oggi è l’ultimo giorno per iscriversi al corso di microimprenditoria femminile: Fare e-commerce conciliando lavoro e famiglia, organizzato da Cercando il lavoro. Come docenti ci saranno, tra gli altri, Virginia Scirè, Alessia Bellon, Luigina Foggetti, Federica Bressan, Giuliana Corrado, Mara Ziomi, Fabio Graziotto e la sottoscritta :-)

Il percorso formativo, riservato a donne disoccupate, inoccupate, neodiplomate o neolaureate, inizia venerdì 24 ottobre e finisce il 18 dicembre.

Qui trovi tutti i dettagli e la scheda di iscrizione da compilare.

#socialamici imbranati

Mi piace che la gente si presenti quando mi chiede l’amicizia su Facebook. Certo, non tutti saranno creativi, ma basta davvero poco per far capire perché ci si avvicina. E anche se una persona non si presenta subito, può sempre dire qualcosa dopo che ho accettato – ho deciso di dare un’opportunità comunque agli sconosciuti, talvolta sono solo imbranati. C’è imbranato e imbranato, però!

Verso luglio dell’anno scorso ricevetti una richiesta di amicizia da un uomo che non conoscevo, guardando nel suo profilo scoprii che avevamo oltre 70 amici in comune (settore web e consulenze, per lo più). Nessuna presentazione, quindi decisi di accettare e di mandargli il solito messaggio per questo tipo di casi. Ecco cosa accadde:

conversazione con un socialamico imbranato su facebook

Inutile dire che non abbiamo più avuto alcun genere di contatto: non un messaggio, non un commento, non un “mi piace”, nulla. Non abbiamo proprio niente da condividere – ho guardato di nuovo la sua bacheca oggi – e le decine di “amici” in comune non sono altro che un dato statistico. Che la parola amico sia usata spesso come sinonimo di contatto, su Facebook, è ormai cosa assodata, tuttavia questa confusione tra quantità e qualità delle relazioni mi fa pensare parecchio. Su cosa ci basiamo veramente per valutare una persona incontrata online: il lavoro che fa? le persone in comune? Mi riferisco al primo incontro, quando non sappiamo nulla di chi abbiamo di fronte e non ci sono molti contenuti ad aiutarci.

Questi sono solo appunti per riflessioni su cui tornerò con regolarità. Nonostante una lunga lista di dialoghi esemplari che da tempo mi ripropongo di pubblicare, ho capito soltanto di recente che la comunicazione privata tra socialamici funziona in modi molto sui generis.

Intanto rimuovo l’imbranato dagli amici, ho aspettato finora solo perché continuavo a rimandare questo post :-)

Comunicazione e marketing senza etichette

Se il marketing di un’azienda (ma anche solo di una linea di prodotti) mi circonda come una sorta di ecosistema multipiattaforma e polisensoriale, lo descriverei come un’esperienza immersiva in senso lato. Mi vengono in mente la coerenza, la congruità, la comunicazione integrale, la trasversalità.

Forse il passo in avanti non è aggiungere un’etichetta al marketing ma togliergli di dosso un limite. Nei rapporti interpersonali non si comunica solo con le parole ma con le azioni, con i gesti, con la postura, con l’abbigliamento, con l’atteggiamento, con la chimica del corpo (ormoni etc), con il tono della voce… La comunicazione di azienda (marketing compreso) non è una cosa astratta ma un’attività umana per troppo tempo trattata come se fosse un artefatto inventato dal nulla senza alcuna relazione con le persone. E invece!

Quindi sarebbe ora di restituire alla comunicazione di azienda una forma più naturale, attraverso dei modi operandi che la rendano gradita dalle persone. Umana, insomma.

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È un po’ come per l’informatica e la tecnologia in generale: una volta sembrava che innovare fosse fare qualcosa di molto diverso da noi, qualcosa di quasi extraterrestre. Ora sappiamo che la maggiore sfida è fare qualcosa di umano, sia nell’interazione che nel funzionamento interno (vedi intelligenza artificiale e software di traduzione automatica).

(Riflessioni a margine del progetto di un’amica.)

Lande che si popolano

Arrivo giusto in tempo, per la verità in ritardo sulla mia tabella di marcia ma in un buon orario per la festa. Da fuori la casa non mi dice nulla di particolare, arrivo all’ingresso e le candele lungo le scale e la musica mi confermano di non aver sbagliato indirizzo. Salgo, tutti appaiono rilassati e chiacchieroni, entro nel salotto-cucina e vedo lei. Silvana è bella e accogliente, una perfetta padrona di casa, scambiamo due parole e decidiamo di iniziare tra quindici minuti. Intanto rileggo i testi, taglio qualche rigo.

Silvana raduna un po’ di ospiti e soprattutto il suo compagno: è la sua festa di compleanno, 50 anni. Siccome oltre a questa età magica (maledetta, dirà più di uno) si aggiunge il fatto che loro convivono da appena un anno, lei mi ha chiesto di scegliere e leggere dei testi che parlassero di entrambe le cose. Eccomi qui, quindi, è la mia prima volta in un simile contesto e faccio finta di non pensarci, cioè ci penso ma volutamente mi ignoro, avere un pubblico festaiolo così vicino non è una passeggiata. Ma è anche la prima volta che sono pagata per fare una cosa che amo, e ciò mi rasserena assai.

Si annuncia l’intermezzo letterario e inizio. Prima con una versione ridotta del racconto L’uomo che piantava gli alberi, di Jean Giono. Un po’ alla volta mi accorgo della difficoltà dell’impresa, delle mille varianti che non avevo previsto, della quantità di testo che (purtroppo) avrei dovuto tagliare per essere più vicina al pubblico presente. Mi armo di pazienza e concentrazione e vado avanti lo stesso, improvvisando qualche minimo taglio durante la lettura.

Questa è la versione integrale, in un’animazione stupenda di Frédérick Back, recitata in italiano da Toni Servillo:

Finisco e gli applausi non si fanno aspettare, arrivano forti ed entusiasti, il festeggiato è contento e Silvana pure. Ora si parla d’amore. A me piace sempre tanto vedere due persone che si amano e che si scelgono, che imparano a conoscersi e ad ascoltarsi. A loro va, dunque, questo bellissimo brano tratto da I rapporti umani, ne Le piccole virtú, di Natalia Ginzburg:

Un giorno incontriamo la persona giusta. Restiamo indifferenti, perché non l’abbiamo riconosciuta: passeggiamo con la persona giusta per le strade di periferia, prendiamo a poco a poco l’abitudine di passeggiare insieme ogni giorno. Di tanto in tanto, distratti, ci chiediamo se non stiamo forse passeggiando con la persona giusta: ma crediamo piuttosto di no. Siamo troppo tranquilli; la terra, il cielo non sono mutati; i minuti e le ore fluiscono quietamente, senza rintocchi profondi nel nostro cuore. Noi ci siamo sbagliati già tante volte: ci siamo creduti in presenza della persona giusta, e non era. E in presenza di quelle false persone giuste, cadevamo travolti da un tale impetuoso tumulto che quasi non ci restava più la forza di pensare: ci trovavamo a vivere come al centro d’un paese incendiato: alberi, case e oggetti divampavano intorno a noi. E poi di colpo si spegneva il fuoco, non restava che un po’ di brace tiepida: alle nostre spalle i paesi incendiati sono tanti che non possiamo più nemmeno contarli. Adesso niente brucia intorno a noi. Per settimane e mesi, passiamo i giorni con la persona giusta, senza sapere: solo a volte, quando rimasti soli ripensiamo a questa persona, la curva delle sue labbra, certi suoi gesti e inflessioni di voce, nel ripensarli, ci dànno un piccolo sussulto al cuore: ma non teniamo conto d’un cosí piccolo, sordo sussulto. La cosa strana, con questa persona, è che ci sentiamo sempre cosí bene e in pace, con un largo respiro, con la fronte che era stata cosí aggrottata e torva per tanti anni, d’un tratto distesa; e non siamo mai stanchi di parlare e ascoltare. Ci rendiamo conto che mai abbiamo avuto un rapporto simile a questo con nessun essere umano; tutti gli esseri umani ci apparivano dopo un poco cosí inoffensivi, cosí semplici e piccoli; questa persona, mentre cammina accanto a noi col suo passo diverso dal nostro, col suo severo profilo, possiede una infinita facoltà di farci tutto il bene e tutto il male. Eppure noi siamo infinitamente tranquilli.

E lasciamo la nostra casa, e andiamo a vivere con questa persona per sempre: non perché ci siamo convinti che è la persona giusta: anzi non ne siamo affato convinti, e abbiamo il sospetto che la vera persona giusta per noi si nasconda chissà dove nella città. Ma non abbiamo voglia di sapere dove si nasconde: sappiamo che ormai avremmo ben poco da dirle, perché diciamo tutto a questa persona forse non giusta con cui adesso viviamo: e il bene e il male della nostra vita noi vogliamo riceverlo da questa persona, e con lei. Scoppiano fra noi e questa persona, ogni tanto, violenti contrasti: eppure non riescono a rompere quella pace infinita che è in noi. Dopo molti anni, solo dopo molti anni, dopo che fra noi e questa persona si è intessuta una fitta rete di abitudini, di ricordi e di violenti contrasti, sapremo infine che era davvero la persona giusta per noi, che un’altra non l’avremmo sopportata, che solo a lei possiamo chiedere tutto quello che è necessario al nostro cuore.

Naturalmente a questo punto arriva il “bacio! bacio! bacio!” e la festa riprende. Qualcuno si avvicina e mi fa i complimenti, mi fermo a festeggiare, bevo e mangio di gusto. Un paio d’ore dopo saluto Silvana. Mi dice “questo è solo l’inizio” e io ci credo. Salgo in macchina e la musica mi abbraccia fino a casa.

*

[È un inizio in tutti i sensi e in tutti gli ambiti della mia vita. Il periodo non è facile, anzi, e mi costa parecchio parlarne – si sente dal mio lungo silenzio, le parole scritte su Facebook/Twitter/GooglePlus sono tasselli apparentemente sconnessi di un’opera articolata che può essere compresa soltanto in prospettiva, con uno sguardo d’insieme. È qui che poco per volta partirò dalla frammentarietà verso l’unità. Per ora parlerò con fatti, con immagini e con musica, finché non avrò fatto un po’ d’ordine. Alla fine non è che una rinascita, forse è la volta buona, chi lo sa, tentare nuoce ma il gioco vale la candela. Le parole arriveranno quando saranno mature.]

Commento a “Casanova di se stessi”, di Aldo Busi

È iniziata la pubblicazione del mio commento a Casanova di se stessi, di Aldo Busi, sul sito Altriabusi.it. Si tratta di una lettura commentata o di una raccolta di appunti di lettura, un lungo percorso che apparirà a puntate. Ne riporto un passaggio:

pagina 35, sempre parlando della verità, dice: “Posso barare all’infinito per la vanagloria della Verità, ma so che non riuscirò mai a sedurre la mia parte di cenere, a plagiarla perché ritorni carne della mia carne: in questo istante sono vivo, è la sola verità possibile, eppure ci sono tanti modi per essere vivo e non esserlo, e ecco che sarei già stato fregato anche da questa Verità se non sto in guardia contro la tentazione di farne un’abitudine, una garanzia per vegetare senza più esserne consapevole”. Qui c’è materiale a bizzeffe per parlare di Busi o di Subi o dell’essere umano (essere umano non solo inteso come specie, ma anche come modo di essere: un essere umano può perfettamente non essere umano) o di ognuno di noi come singolo. Visto che ancora mi risulta difficile partire dall’universale, parto da me: io ho sempre barato e ho cercato di sedurre la mia parte di cenere, solo che non ho tenuto conto del fatto che di cenere non ne avevo, perché non c’erano state le braci, il fuoco non era mai stato acceso. La bambina che sono stata non è mai andata via, non potevo plagiarla, è lei che ha ipotecato il futuro in modo da plagiare la donna che cerco di diventare, la donna che solo ora comincia a prendere forma. O forse dovrei dire, la donna che comincio a prendere forma, forzatura compresa. Ora però mi rifiuto di barare, anche per il solo fatto di comprendere che non c’è nulla né nessuno da sedurre, ci sono solo io e non sono seducibile. Comincio a sentire che sono viva, ma appunto ci sono tanti modi di essere vivo, e pure di non esserlo, e per me il rischio maggiore, fino a poco tempo fa, era quello di fare della consapevolezza un’abitudine, svuotandola di significato e affievolendone il legame con ciò che la ha provocata e ciò che può vedere. Fare mercimonio della consapevolezza per l’insabbiamento di ciò che mi fa comodo non toccare.

Percorso letterario a Vicenza, con il Collettivo Olandese Volante

Collettivo Olandese Volante

In concomitanza con Ottobre piovono libri, il Collettivo Olandese Volante organizza un percorso a tappe in centro storico a Vicenza con autori e lettori disposti a leggere materiale proprio o di autori diversi a cielo aperto tra la gente. Al momento abbiamo come sicure le letture di Giordano Montanaro, Gianluigi Cannella, Mariela De Marchi, Alessandra Lolli.

PROGRAMMA:

Luogo di incontro e inizio delle letture: Spazio Nadir, Contrà S. Caterina 20, alle ore 17.30.

Punto di lettura successivo: Piazza dei Signori.

Conclusione percorso letterario: Fashion Cafe’, Contrà Mure Pallamaio 6, con aperitivo.

Successivamente: cena finale presso il Ristorante Pizzeria Zì Teresa, Contrà S. Antonino 1.

MODALITA’ DI ISCRIZIONE:

Non ci sono costi di iscrizione, si pagano solamente le consumazioni effettuate.

Per necessità organizzative, è necessario dare conferma della propria presenza entro giovedì 21 ottobre.

PER ISCRIVERSI:

Inviare una e-mail al Collettivo Olandese Volante

Beato chi legge: “Vendita galline km 2”

BUSI vendita galline

Sarà Vendita galline km 2 di Aldo Busi il testo al centro della nuova edizione di “Beato chi legge”, ciclo di incontri con il critico letterario e traduttore Marco Cavalli che da oltre dieci anni viene proposto con successo dal centro culturale Ossidiana di Vicenza. Sei gli appuntamenti in programma – il giovedì sera dalle 20.30 alle 22 a partire dal corrente 21 ottobre – con un unico obiettivo, tanto semplice in apparenza quanto in realtà complesso e stimolante: scoprire o riscoprire l’arte della lettura, assaporarne il gusto, coglierne tutti gli straordinari frutti. Un piacere antico, quello del “voler leggere”, ma che troppo spesso oggi viene sopraffatto dal “dover leggere”, per motivi di studio o di lavoro.

Marco Cavalli 2008 LibriamoIl disinteressato piacere della lettura è dunque il punto di partenza e di arrivo che Cavalli si propone, lavorando su uno dei romanzi più noti di un autore a lui caro e già affrontato in passato nell’ambito del corso. Molto particolari le “materie” in programma: dall’abitudine ai tempi lunghi richiesti dai libri d’autore all’allenamento della memoria, dalla resistenza anche fisica che il confronto con un volume richiede all’adattamento a un ideale ritmo interno di lettura.

Il primo appuntamento, fissato per giovedì 21 ottobre alle 20.30, è gratuito e aperto a chi voglia conoscere più da vicino il corso proposto.

Per informazioni ed iscrizioni:

Ossidiana (strada Saviabona, 356)

tel. 0444 301167 | email: ossidiana-time@tiscali.it.

Collettivo Olandese Volante: C.O.V.

Cos’è  il COLLETTIVO OLANDESE VOLANTE: C.O.V. :

è un Cantiere di Promozione Culturale, dove si da spazio e voce, a coloro che intendono intraprendere un cammino culturale espressivo o a coloro che già addentrati in un personale mondo di espressione artistica, intendono condividere con altri le proprie esperienze,  trovando un tavolo di confronto su cui crescere e approfondire i propri interessi.

Come si articola:

ci incontreremo ogni primo venerdì del mese, presso la VILLA LATTES,  Centro Civico della Circoscrizione N° 6, di Vicenza ubicata in  Via  Thaon Di Revel, 44 a Vicenza, per affrontare le dinamiche dei progetti futuri o per intrattenere i soci, in quelle attività –  progetto come le seguenti:

letture collettive – liberi versi
scrivere insieme – cinema – teatro strambo
arte mondo – fotografia – atelier di attività espressive

La comunicazione  è essenziale, come è essenziale un laboratorio Web. Il C.O.V. , è dotato del blog collettivoolandesevolante.blogspot.com, dove gli associati potranno inviare  il loro materiale per la pubblicazione sia che si tratti di scritti, fotografie o altri elaborati. Nel blog sarà possibile conoscere e confrontarsi con altri artisti nazionali ed internazionali, che grazie a tale strumento, saranno in grado di avvicinarsi alle esperienze del Collettivo, condividendone il percorso. Il blog sarà anche l’ambiente virtuale, dove verranno presentati i progetti dell’OLANDESE VOLANTE e verranno anticipati gli appuntamenti organizzati in varie località italiane.

SIETE INVITATI ALLA PRIMA SERATA DI PRESENTAZIONE IL GIORNO 5 MARZO 2010 ALLE ORE 20.45 PRESSO LA SEDE DELLA CIRCOSCRIZIONE 6 IN VIA P. THAON DI REVEL, 44

PER INFO
http://collettivoolandesevolante.blogspot.com
e-mail: collettivoolandesevolante@gmail.com

Presentazione del libro A NORD DEL FUTURO. Scritture intorno a Paul Celan

Sabato 27 febbraio alle ore 15.30 Giardino Freudiano presenta A Nord del Futuro. Scritture intorno a Paul Celan di Mario Ajazzi Mancini (ed. Clinamen), psicoanalista a Firenze. All’incontro, coordinato da Maria Concetta Pinto, intervengono assieme all’autore Ivana Cenci, Silvia Pilati e l’attrice Silvia Guidi, con la lettura scenica di alcuni testi poetici di Celan.

A Nord del Futuro ha il pregio di portare il lettore a interrogarsi su alcune questioni molto attuali che riguardano l’umano, ciò che lo contraddistingue e di cui abbisogna per vivere come tale. Vi cogliamo una lettura della poesia come di una pratica che permette di far luce sulla verità, al di là di diagnosi o interpretazioni intorno a un poeta come Paul Celan, che ha interrotto il suo prezioso percorso con una «morte per acqua».

Il saggio di Mario Ajazzi Mancini, cadenzato dai versi del poeta, si snoda nella forma di scritture intorno, incontro e con Paul Celan – come specificano tre delle sezioni che lo compongono – che fanno emergere gli elementi necessari al poeta per “ricollocare” la funzione significante della parola. La parola sottratta agli ebrei, ai suoi padri, all’essere umano, risuona nella scrittura poetica di Celan come: “la costellazione di cui lui, / l’uomo ha bisogno per abitare, qui, / tra uomini”.

Mario Ajazzi Mancini da sempre si occupa di scrittura, teoria e pratica della traduzione, in particolare riguardo all’opera di Freud e alla poesia in lingua tedesca. È autore, insieme a Paolo Orvieto, del saggio Tra Jung e Freud. Psicoanalisi, letteratura e fantasia (Le Lettere).

L’incontro, aperto a quanti sono interessati, si tiene presso la Galleria Primo Piano Arte Studio in Contrà S. Barbara, 21, a Vicenza.

Per informazioni:

tel. 348 6083593 – giardinofreudiano@libero.itwww.giardinofreudiano.it

Ottobre in poesia

Stasera parto, e faccio un breve viaggio molto diverso dal solito. Ultimamente mi sono mossa per eventi strettamente legate a internet, i blog, la tecnologia, il marketing. Ora vado a Sassari per il festival internazionale Ottobre in poesia.

Sono ospite in quanto traduttrice (quasi coautrice) del libro Spampoetries di Mario Pischedda, edito da Gallizio. Faremo la presentazione del libro al Governo Provvisorio anche insieme all’attore Nevio Gàmbula. Non so bene cosa accadrà – con mariopischedda tutto è possibile, già l’anno scorso avevo contribuito al suo Festival Multimediocre con un videopoema basato in una sua opera. Vi lascio con una sua foto e un poema, per sapere di più su Ottobre in Poesia trovate una minirassegnastampa sul blog di Mario. Non fatevi ingannare, non sono spagnola :-). E un alto giorno vi spiegherò cos’è un voceador in Bolivia.

La sombra y su botella
L'ombra e la sua bottiglia

untitled

poche cose restano o resteranno di tutti i disquisire

il nostro è un cianciare vano

il tempo occupiamo alla vaniglia col vaniloquio della sera

poesías marginales de periferia

stanche ultrastanche ultrasoniche ultrastatiche

quello sussurrare acido e bestiale

da intellettuali mai sbocciati

periféricos

estratosféricos

esotéricos

bisbiglio corrente sull’acqua del torrente

le vane rimostranze

le vaghe rimembranze

della vita insussistente…

12 febbraio 2006 h. 31:20
back il vento che attraversa la città
digrignato e dilaniato da —marius
da nelle fauci lo squalo

Libriamo 2008, i postumi

Libriamo 2008, festival letterario a Vicenza.

Il festival si aprì venerdì 29 agosto con l’inaugurazione della mostra Carnet de voyage, di Simonetta Capecchi. Una serie di taccuini di viaggio con disegni meravigliosi, in particolare della città di Napoli.

All’uscita della mostra, arrivando verso il chiostro di Santa Corona, inciampai in Andrea Di Gregorio, che doveva tenere il workshop di scrittura creativa “Autobiografia Breve”. Lo conobbi qualche mese fa in un altro workshop, sulla pervasiva presenza dell’inglese nella pubblicità italiana, nel congresso dell’Associazione italiana di traduttori e interpreti, e mi piacque subito. Fu un piacere ritrovarlo e condividere con lui diversi appuntamenti di Libriamo.

Nel chiostro di Santa Corona c’erano le bancarelle dei piccoli editori, con numerosi volumi potabili. Alle 19 iniziò il primo incontro, con Tahar Lamri e Milton Fernández. Entrambi, scrittori migranti di origini diverse (Algeria e Uruguay) che oggi scrivono in italiano, parlarono poco dei loro testi e molto delle loro esperienze linguistiche e di vita in Italia. Quieto e riflessivo Lamri, espansivo e di grande presenza scenica Fernández. Molti furono gli spunti degni d’attenzione, ma ricordo in particolare la storia delle donne mauritane e la festa del divorzio (prometto informarmi meglio e scriverne in tempi brevi!). Indimenticabile pure l’irruenza del discorso finale di Milton Fernández, con cui fece una specie di dichiarazione di princìpi e di fede, partendo da una semplice frase: “L’amore esiste“. Nonostante la bravura degli scrittori, che portarono avanti la seduta da soli, sarebbe stato ancora meglio se ci fosse stato qualcuno a presentarli, a fare da filo rosso.

Il secondo appuntamento fu quello con il filosofo Maurizio Ferraris, presentato dal critico letterario Marco Cavalli. Che dire? Appassionante sarebbe poco! Ferraris è un ontologista e ha scritto diversi libri sugli oggetti, sulla vita quotidiana. Ma quello forse più rappresentativo, in parte perché è stato il primo della serie, è “Ontologia del telefonino”. Infatti in questo incontro presentò la sua visione del cellulare, conquistando il pubblico non solo con le acute analisi che faceva ma anche con il suo modo di fare, sul serioso-strapparisate decisamente gustoso.

Sabato 31, alle 11, fu la volta della conferenza di Cavalli sugli scrittori veneti e il paesaggio. Notevole, in particolare la scoperta di Comisso – ma quanti scrittori preziosi ci sono, nell’ombra? Bellissima la lettura ad alta voce insieme all’attrice Stefania Carlesso.

La sera invece c’era l’incontro con i blogger “Il libro nella rete“, moderato da Massimiano Bucchi. Purtroppo Sigrid Verbert, autrice del blog Cavoletto di Bruxelles, non era presente, quindi tutto si centrò sul lavoro di Simonetta Capecchi, del blog in viaggio col taccuino. Impressionante tutto il mondo che gira intorno ai taccuini di viaggio, la loro elaborazione, la condivisione, gli eventi paralleli che nascono dentro e fuori la rete, la genesi del blog della Capecchi. Devo dire, però, che l’incontro non fu gestito nel migliore dei modi. Bucchi è un bravo sociologo della scienza, ma non è un esperto di blog né del web e le sue dinamiche interne, quindi gli mancava la conoscenza del “territorio” che gli avrebbe permesso un’analisi più approfondita. Lasciare parlare Simonetta per quindici minuti di seguito, poi, senza aiutarla né intervenire per rendere l’ascolto più leggero per il pubblico fu un’altra imperfezione. Fu comunque un momento propizio per il confronto, con l’intervento di Giulia Salmaso, giornalista di Telechiara, che oltre a fare domande intelligenti introdusse la combriccola dei blogger presenti in prima e seconda fila.

Dopo arrivò Hannu Luntiala, lo scrittore finlandese autore di “The last messages”, libro scritto interamente a colpi di sms. Ma a quel punto la combriccola si era ormai rifugiata ai Nodari per un rinfresco – e poi una pizza e poi..

Domenica 31 fu il turno della lettura di poesia, a cura degli allievi del workshop sulla Traduzione di poesia, della scuola per mediatori linguistici di Vicenza. Prima la lettura in lingua, fatta dagli studenti, e poi la traduzione in italiano letta da Marco Cavalli e Stefania Carlesso. Stupende le letture, con le intonazioni giuste e i ritmi perfettamente scanditi, e bellissima la possibilità di sentire (è proprio il caso di dirlo) il passaggio da una lingua all’altra.

Verso le 19 si attendeva l’arrivo di Chiara Gamberale per la presentazione del suo ultimo libro, La zona cieca, ma purtroppo non fu possibile godere della sua presenza. Al momento gli organizzatori furono colti di sorpresa, la notizia arrivò infatti pochi minuti prima dell’appuntamento. Qualche giorno dopo la Bompiani fornì una sua versione dei fatti con tanto di scuse, che mi astengo dal commentare.

Meno male Lucrezia Lerro si trovava già sul posto quando fu data l’infausta notizia, ed era disponibile ad anticipare il proprio intervento – il chiostro di Santa Corona era pieno di gente non proprio contenta! Fu presentata dal giornalista Alessandro Zaltron, con qualche intervento di Marco Cavalli. Davvero un bell’incontro, la Lerro raccontò sé stessa e i suoi libri con generosità e simpatia, scherzando e perfino giocando con i presentatori.

Ci sono state letture ad alta voce nelle librerie, a Vicenza e a Bassano del Grappa, spettacoli la sera, ma non ho potuto seguirli. Complessivamente devo dire che il risultato è gradevole, la scelta degli ospiti spesso azzeccata, la qualità degli interventi elevata. Certo, si può fare di meglio. Penso ad esempio che “Il libro nella rete” potrebbe diventare un appuntamento fisso delle prossime edizioni, meglio se con più di due blogger. Potrebbe anche essere arricchito con un incontro su Anobii, che è il luogo per eccellenza del libro nella rete. Ma queste sono considerazioni personali e chissà cosa avverrà in futuro.

Qui – appunti dal presente: confini

È in stampa il nuovo numero di “Qui – appunti dal presente“, intitolato “confini”. Qui sotto il sommario e la quarta di copertina. Come al solito, avviseremo gli abbonati quando verrà spedito (verso la fine di giugno). I non abbonati che desiderano riceverlo, ci scrivano. Il suo costo è di 10
euro, mentre il costo dell’abbonamento a 3 numeri è di 25 euro.

Chi desidera inoltrare ad altri questo messaggio ha il nostro ringraziamento. Chi invece non desidera più ricevere nostri messaggi (generalmente sei all’anno), ci spedisca per favore un e-mail con scritto “niente posta”.

Un caro saluto, Massimo Parizzi

Sommario: pagine di diario da Cuba, Salvador, Siria, Gaza, Ucraina, Kosovo, Arabia Saudita, Stati Uniti, Italia, Francia, Cina, Palestina. Poesie di Laura Zanetti, Ghiannis Ritsos, Marco Saya, Erich Kästner, Marina Cvetaeva; brani da Claudio Magris, Mario Rigoni Stern, Stefan Zweig, Ryszard
Kapuscinski; il diario dell’attraversamento del valico di Rafah, fra Egitto e Striscia di Gaza, di Laila El-Haddad.

Quarta di copertina:

“Nostra patria è il mondo intero / nostra legge è la libertà / ed un pensiero…” (canto anarchico, 1904) – “Oltrepassare frontiere; anche amarle, in quanto definiscono una realtà, salvandola così dall’indistinto…” (Claudio Magris) “C’è sulla carta – un posto / … / L’ha diviso – come una scure – / il palo di confine.” (Marina Cvetaeva)

Author Mariela De Marchi Moyano Category Riviste