Vedere le persone rinascere e fiorire, stare bene, realizzarsi

Ieri ho parlato di una piccola grande storia di successo nel lavoro: ottimo risultato per una ragazza che ha trovato lavoro, soddisfazione per me nel constatare che il mio contributo è stato efficace. Tra i tanti commenti ricevuti spiccava quello di Roberta Zarpellon, che mi invitava a formarmi per affrontare al meglio il lavoro con le persone fragili.

L’idea è proprio quella: lavorare sempre di più con le persone e approfondire, studiare sempre di più. Da anni lo faccio in altri ambiti, non solo con gli amici ma anche nel sociale, in particolare con donne maltrattate o con dipendenza affettiva, quindi ho una certa familiarità con persone estremamente fragili e che hanno bisogno di riprendere in mano la propria vita. Mi è sempre stato detto che avevo del talento, ma non sapevo come portarlo sul lavoro, è da un pezzo che ci penso e ho messo insieme un po’ di informazione. 

Da una parte io stessa ho ricevuto assistenza da diversi psicologi, counsellor, coach, mentori, formatori, orientatori, e mi sono fatta un’idea di che cosa fa ognuno di loro e in che cosa possono essere utili di preciso – ne conosco diversi anche tra i miei amici più stretti.

D’altra parte sono anni che frequento corsi brevi, workshop e seminari su argomenti di questo genere (compresi anche altri tipi di intervento come la formazione esperienziale, la consulenza filosofica, la scrittura autobiografica, il teatro come strumento di crescita personale), e che leggo per approfondire, andando anche sul versante delle neuroscienze.

Infine con l’esperienza a Cercando il lavoro ho finalmente tirato fuori, un po’ alla volta, quanto appreso finora, e l’ho applicato in un ambito specifico di lavoro. Non immaginavo che potesse piacermi così tanto lavorare con le persone, dopo 10 anni di lavoro freelance dietro allo schermo di un pc, in cui vedevo sì e no 2 clienti all’anno. La formazione è stata una rivelazione che mi ha mostrato (e ha mostrato agli altri) un lato mio di cui ignoravo totalmente l’esistenza. Man mano che ricevevo energia dagli allievi e buon feedback, mi sentivo più che mai viva e venivo pure pagata per farlo (a stento ci credevo, giuro), ho capito che è una cosa che fa per me, o io faccio per quella cosa. Ed è nella formazione che gradualmente si è affacciata la mia anima empatica e ho capito un po’ il senso di tutto: a me piace vedere le persone rinascere e fiorire, stare bene, realizzarsi, è qualcosa che mi riempie di gioia. Personalmente ho faticato tantissimo per rinascere, so quanto costa, se posso essere di aiuto per chi ha bisogno di farlo sono la donna più felice del mondo. 

Ecco, ora devo “solo” finire di capire quale percorso seguire (se ce n’è uno per ciò che ho in mente) e ragionare in termini strategici per avere, entro la fine dell’anno, un piano di azione ben definito. Ma per questo ho già il mio dream team di fiducia con cui mi confronto da tempo: Silvia Toffolon, Chiara Tasinazzo e Roberta Zantedeschi.